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La specie è tradizionalmente considerata come immigrante lessepsiana
(VERLAQUE, 1994). Un recente approccio molecolare supporta l’ipotesi che la
specie sia stata introdotta nel Mediterraneo dall’Indo-Pacifico e non dall’A-
tlantico (ANDREAKIS et al., 2003). Peraltro, la prima segnalazione dello stadio
gametofitico nel Mediterraneo, rinvenuto in Egitto come materiale alla deri-
va (DELILE, 1813-1826), è precedente all’apertura del Canale di Suez (1869).
Rimane, pertanto, ancora incerto l’eventuale sito di dispersione primaria. La
specie potrebbe essere un immigrante prelessepsiano, importato nel bacino
orientale del Mediterraneo attraverso i corsi d’acqua navigabili realizzati
prima dell’apertura del Canale di Suez, un taxon recentemente introdotto
dall’Atlantico o dall’Indo-Pacifico, od anche un relitto Tetiano. Non essendo
pertanto dimostrabile con certezza se sia nativa od introdotta, Asparagopsis
taxiformis dovrebbe essere definita come specie criptogenica.
Inoltre, la presenza dei gametofiti di Asparagopsis taxiformis in siti sici-
liani dove era stata precedentemente identificata Asparagopsis armata, unita-
mente all’assenza di recenti segnalazioni lungo le coste italiane dei gametofiti
di Asparagopsis armata, lascia ipotizzare che il gametofito di Asparagopsis
taxiformis sia stato competitivo e vincente nelle attuali condizioni di tropica-
lizzazione del Mediterraneo, agevolato presumibilmente dalla regressione del
gametofito di Asparagopsis armata.
Non sussistono invece dubbi sul recente comportamento invasivo sta-
gionale dei gametofiti di Asparagopsis taxiformis. Fra le otto specie che nel
Mediterraneo possono essere assegnate alla categoria di organismi invasivi
(BOUDOURESQUE & VERLAQUE, 2002) è inclusa Asparagopsis armata, che
manifesta tale comportamento nel bacino nord occidentale. Le caratteristiche
di Asparagopsis taxiformis sono simili; la specie ha notevoli dimensioni, è
pseudoperenne, manifesta riproduzione sessuale, moltiplicazione vegetativa e
produzione di metaboliti di difesa. Asparagopsis taxiformis dovrebbe, pertan-
to, essere considerata un nuovo bioinvasore del Mediterraneo.
Peraltro, rimane incerto quale o quali variabili abbiano innescato il suo
comportamento invasivo. L’elevata produzione di metaboliti tossici, che pre-
vengono il grazing dei principali macroerbivori del Mediterraneo (SALA &
BOUDOURESQUE, 1997), e la probabile regressione di specie native di affinità
boreale dovuta alla tropicalizzazione potrebbero aver giocato un ruolo pre-
dominante. Inoltre, la sua invasione potrebbe essere stata mediata da ibrida-
zione; nelle piante è comune l’invasione attraverso l’ibridazione di due spe-
cie esotiche e la successiva diffusione degli ibridi (VILÀ et al., 2000).
L’esempio di Caulerpa taxifolia (Vahl) C. Agardh offre un convincente
esempio dell’opportunità persa di eradicare un’invasione nei primi stadi
(SECORD, 2003) e mette in rilievo la necessità di ulteriori ricerche sulla biolo-
gia e sull’ecologia di Asparagopsis taxiformis.

