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Asparagopsis taxiformis (Delile) Trevisan ...  201

      1. la persistenza dell’attuale tendenza verso la tropicalizzazione causerà
un aumento dello spazio disponibile per le specie tropicali;

      2. le specie indigene di affinità boreale andranno probabilmente incon-
tro a periodi negativi, sopravvivendo in acque profonde meno influenzate dal
riscaldamento superficiale;

      3. le specie indigene di affinità tropicale attraverseranno probabilmente
periodi positivi, ampliando il loro range geografico e stagionale di distribu-
zione;

      4. alcune delle specie esotiche di origine tropicale che raggiungeranno il
bacino avranno buone opportunità di proliferare;

      5. le occasioni saranno più basse per il successo di specie aliene adatta-
te a climi temperato-freddi.

      Gli eventi descritti in questo studio, pur limitati alle coste siciliane ed a
due sole specie, possono essere considerati un ulteriore supporto alla presun-
ta tropicalizzazione del Mediterraneo. Ma quante specie aliene, pur invasive,
sono passate e passano inosservate?

      Questa domanda rende opportuno sottolineare, in pieno accordo con
BOERO (2002), che il primo e fondamentale passo nello studio di eventuali
invasioni biologiche è il riconoscimento delle specie e, pertanto, la competen-
za tassonomica. Descrivere qualitativamente il biota può fornire l’informazio-
ne di base per una maggiore comprensione e, si spera, una migliore gestione
dell’intera biosfera. Bisogna, però, essere in grado di riconoscere gli invasori!

      Le aree marine protette, che attualmente giocano un ruolo fondamenta-
le nella conservazione della biodiversità del Mediterraneo e sono pertanto
soggette ad un frequente monitoraggio, rappresentano un riferimento essen-
ziale per una tempestiva diagnosi di invasività di specie aliene tropicali, ele-
menti spesso responsabili di complesse alterazioni strutturali e funzionali
degli ecosistemi da tutelare.

                                                  BIBLIOGRAFIA

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