Page 3 - Favignana-turisti
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solo l’8 maggio, una data buona per la burocrazia ma pessima per organizzare, in così poco tempo,
            un tonnara fissa che, a differenza delle reti volanti dei pescherecci autorizzati che scorrazzano per il

            Mediterraneo, richiede un’attività preparatoria complessa e costosa prima di arrivare alla posa delle

            reti che compongono la tonnara: muciare (barche di pesca) da preparare, attrezzature da sistemare,
            boe da posizionare e tutto quello che è necessario per una buona riuscita della pesca.

                   La  posa  delle  reti  poi  fa  parte  di  una  scienza  esatta che  solo  il  rais  e  i  suoi  aiutanti

            conoscono. E Favignana, orfana da due anni del suo capo, Gioacchino Cataldo, fatica a riprendesi
            dalla grave perdita di colui che è stato custode dei segreti della pesca, volto conosciuto e rimpianto

            per la sua capacità di attrarre l’attenzione dei turisti.
                   Tocca al sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto parlare a nome della sua comunità: «Siamo

            delusi - dice - C’è stato un incremento delle quote tonno assegnate, ma ancora non è sufficiente a

            rendere l’investimento sostenibile dal punto di vista finanziario, e poi il decreto è stato pubblicato
            molto in ritardo, quando non si sarebbe riusciti a calare le reti». Poi, gettando qualche ombra sui

            criteri  di  ripartizione  e  sulle  logiche  delle  politiche  sulla  pesca,  aggiunge:  «Forse  si  è  voluto
            agevolare chi era già pronto». Chi era pronto? Favignana era volenterosa ma non era pronta, intenta

            a togliersi di dosso la polvere del tempo, la Sardegna con Cala Vinagra, Carloforte Isola Piana,

            Capo  Altano  lo  era,  forse  solo  perchè  le  tonnare  fisse  lì  non  si  sono  mai  fermate  e  per  loro  il
            ministero aveva disposto bene 392 tonnellate da spartirsi.

                   Quando  la  scorsa  primavera  l’impresa  Castiglione voleva  dare  il  via  alla  stagione  di

            pesca, contava di ottenere dalle 70 alle 100 tonnellate di quota tonno, così ce l’avrebbe fatta, invece
            ne  erano  arrivate  14  e  si  era  fermato,  anzi  non  era  neppure  partito.  Le  accuse  erano  fioccate al

            governo gialloverde del tempo e l’opposizione di centrosinistra aveva denunciato la “mala gestio”

            ma  ora  che  le  quote  sono  sottoscritte  da  una  governo  di  composizione  diversa,  con  la  ministra
            Teresa Bellanova del Pd a guidare il dicastero, la delusione è la medesima.

                   «L’anno scorso esponenti dell’opposizione sembravano aver compreso il valore dell’impresa
            e la grande opportunità per la nostra regione - dice il sindaco di Favignana del Pd, vicino quindi

            politicamente al nuovo governo - e invece non sono riusciti ad interpretare le speranze della pesca

            locale». Hanno vinto le lobby si sussurra, quelle che ogni anno trasversalmente si muovono verso
            chi devono favorire. Una bella gatta, politica, da pelare che l’eurodeputato alcamese Ignazio Corrao

            dei 5 Stelle raccoglie nella sua denuncia: «Si devono modificare i criteri di assegnazione delle quote
            tonno - dice - Non è possibile privare l’isola di Favignana, dove la pesca del tonno ha fatto la storia,

            di una risorsa così preziosa per la comunità».

                   Corrao,  che  si  fa  portavoce  del  malcontento  locale,  dice  anche  di  aver  chiesto  alla
            Commissione europea «di intervenire immediatamente con nuovi criteri e principi per l’attribuzione
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